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I nterviste —— Li Bing
I: Presentati, parlami di te, (nome, età, cosa fa nella vita…)
L: Il mio nome è Li Bing, ho 34 anni e faccio il cuoco di ristorante cinese.
I: Parlami della città in cui sei nato\ cresciuto.
L: Sono di Chengdu, Sichuan.
I: Che rapporto hai\cosa pensi della città di Perugia?
L: Penso che Perugia sia bella e rilassata per le persone che amano un ritmo più lento. Penso che sia perfetta per le persone di mezza età come me, perché di solito sono molto impegnato con il mio lavoro e raramente ho tempo per rilassarmi.
I: Credi che la città di Perugia sia inclusiva o valorizzi l’identità di ciascun cittadino?
L: Penso che sia inclusiva, si possono vedere persone di tutti i Paesi all’ora di cena nel ristorante cinese. Anche se le persone di ogni paese hanno culture diverse, possono essere buoni amici con cui cenare insieme!
I: In che modo secondo te la città di Perugia potrebbe essere più inclusiva nei confronti dei suoi cittadini?
L: Alcuni degli avvisi importanti sono solo in italiano e quando torno a casa dal lavoro non ho la forza di tradurre gli avvisi in italiano. Se questi avvisi potessero essere redatti in più lingue, la nostra vita quotidiana sarebbe molto più semplice!
I: Che significato ha per te la parola “pregiudizio”.
L: Per me, forse è odiare alcune persone senza motivo? O forse è un disaccordo tra due persone che hanno opinioni diverse su un argomento.
I: Quando ti presenti con una nuova persona, quanta importanza dai alle prime impressioni?
L: Se ho una prima impressione negativa di una persona, non cercherò di socializzare di nuovo con lei, perché per chi, come noi, è impegnato nel lavoro, non ha molto tempo ed energia per socializzare.
I: Secondo te quanto il pregiudizio influisce tra la rete d’interazioni della città di Perugia?
L: Alcuni italiani pensano che il cibo cinese sia solo piccante, ma noi abbiamo un cibo molto leggero, il cibo cinese è molto vario, abbiamo tutti i tipi di cibo.
I: Quali sono secondo te, le caratteristiche che influenzano il nostro giudizio e il comportamento verso gli altri?
L: L’etnia e l’occupazione. Per esempio, non prestiamo molta attenzione agli italiani quando vengono al ristorante, ma se si tratta di un uomo di colore con vestiti stracciati, mi preoccuperei che possa saltare il pagamento del conto a causa di un incidente simile accaduto in precedenza.
I: Nella vita di tutti i giorni sei sempre riuscita\o a manifestare quello che realmente sentivi di essere?
L: Penso che per persone come noi sia sufficiente poter lavorare sodo e guadagnare un po’ di soldi per mantenere le nostre famiglie e i nostri f igli.
I: In che modo si potrebbe lavorare per garantire il rispetto delle dignità di genere in ogni contesto?
L: Penso che questo tipo di cose sia molto normale al giorno d’oggi, a parte questo non so cosa dire.
I: Secondo te in che modo l’età di una persona pregiudica la sua competenza lavorativa?
L: I giovani possono essere molto obbedienti perché sono appena entrati nel mondo del lavoro, ma gli anziani possono essere molto testardi, si sentono sempre più esperti e quindi vogliono seguire solo le loro idee.
I: Vi siete imbattuti in situazioni in cui le persone sono trattate in modo diverso a causa del loro credo religioso?
L: Questo no. I: Quali pensi che siano gli stereotipi più diffusi nell’ambiente che frequenti? L: Diffidare dei neri e degli zingari in Nord Africa, soprattutto quando sono in gruppo, perché la maggior parte del tasso di criminalità proviene da questo gruppo.
I: Quanto l’immagine del genere maschile e femminile trasmesso dai mass media ha inciso sulla costruzione e consapevolezza della tua identità?
L: Non ha avuto un grande impatto su di me.
I: Che atteggiamento ha la società nei confronti di persone che vivono con la propria unicità la propria identità di genere?
L: Penso che la società sia ancora molto rispettosa e tollerante nei confronti di questo tipo di persone, perché la maggior parte delle persone che incontro ne discute con loro, invece di respingerle in toto.
I: Sei stato giudicato o discriminato almeno una volta nella tua vita?
L: Ai tempi del covid, c’erano italiani che amavano farci gesti con la maschera e poi scappavano via con una grande risata. Oppure si coprivano il naso con le maniche quando vedevano noi cinesi, addirittura ho sentito che un amico intorno a me è stato picchiato da italiani senza motivo e ha rimproverato ai cinesi di aver portato il covid in Italia.