I nterviste —— Liu Jin

  I: Presentati, parlami di te, (nome, età, cosa fa nella vita…) 

L: Mi chiamo Liu Jin, ho 20 anni, sono studente dell’Accademia d’Arte di Perugia. 

I: Parlami della città in cui sei nato\ cresciuto. 

L: Shandong, la città natale di Confucio. 

I: Che rapporto hai\cosa pensi della città di Perugia? 

L: Penso che Perugia sia bella ci sono molti edifici storici. 

I: Credi che la città di Perugia sia inclusiva o valorizzi l’identità di ciascun cittadino? 

L: Penso che sia tollerante perché nell’Università per Stranieri di Perugia ci sono molti studenti di diverse nazionalità e molti di loro studiano le lingue nelle stesse classi. 

I: In che modo secondo te la città di Perugia potrebbe essere più inclusiva nei confronti dei suoi cittadini?

 L: Le strade di Perugia mancano di percorsi guida per aiutare i non vedenti, sono quasi inesistenti. 

I: Che significato ha per te la parola “pregiudizio”. 

L: Forse è odiare, escludere determinate persone? Non ne sono sicuro, è il non accettare un certo tipo di persona. 

I: Quando ti presenti con una nuova persona, quanta importanza dai alle prime impressioni?

 L: Credo sia abbastanza importante, perché sono in Italia da poco tempo e se non faccio le amicizie giuste questo mi condizionerà. 

I: Secondo te quanto il pregiudizio influisce tra la rete d’interazioni della città di Perugia? 

L: Si, per esempio non mi piace andare nei minimarket pakistani, non credo che la loro merce sia abbastanza buona e l’ambiente è piuttosto sporco. 

I: Quali sono secondo te, le caratteristiche che influenzano il nostro giudizio e il comportamento verso gli altri?

 L: Penso che siano l’aspetto e le maniere, se sono per strada e voglio chiedere indicazioni a qualcuno, sceglierei sicuramente un italiano piuttosto che un nero o uno zingaro.

 I: Nella vita di tutti i giorni sei sempre riuscita\o a manifestare quello che realmente sentivi di essere?

 L: Non sempre, lo faccio quando sono con i miei amici ma non fuori casa, credo che debba basarsi sulle diverse circostanze.

 I: In che modo si potrebbe lavorare per garantire il rispetto delle dignità di genere in ogni contesto? 

L: Non capisco la domanda. 

I: Secondo te in che modo l’età di una persona pregiudica la sua competenza lavorativa?

 L: I giovani hanno più forza fisica e pazienza, gli anziani hanno più esperienza.

 I: Vi siete imbattuti in situazioni in cui le persone sono trattate in modo diverso a causa del loro credo religioso? 

L: No, non ho una religione.

 I: Quali pensi che siano gli stereotipi più diffusi nell’ambiente che frequenti? 

L: Sui mezzi pubblici, attenzione agli zingari che si avvicinano o alle persone che non hanno un aspetto normale.

 I: Quanto l’immagine del genere maschile e femminile trasmesso dai mass media ha inciso sulla costruzione e consapevolezza della tua identità?

 L: C’è un leggero impatto, ad esempio alla mia ragazza piace imitare il comportamento e il modo in cui si vestono in alcuni video. Mi dà fastidio perché alcune cose e abiti non sono adatti a noi. 

I: Che atteggiamento ha la società nei confronti di persone che vivono con la propria unicità la propria identità di genere? 

L: Penso che vada bene senza influenzare le altre persone. La mia identità di genere? Maschio, ho una ragazza.

 I: Sei stato giudicato o discriminato almeno una volta nella tua vita? 

L: Sono in Italia solo da 5 mesi e non ho avuto molte esperienze particolari. Ma una volta, mentre tornavo a casa da scuola, un uomo di colore mi ha detto qualcosa che non ho capito e mi ha fatto sentire un po’ spaventato.

 

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